L'effetto ottenuto da Elisabetta Zanutto non è supportato da un materiale scontato, è invece il risultato di un meticoloso lavoro con se stessa in cui la luminosità diventa complice.
"Lavoro su tele antiche, che hanno dai 100 ai 300 anni, conservando la loro dimensione originale. Nelle tele più grandi è presente spesso una cucitura che serviva a realizzare dipinti di dimensioni maggiori chiamati teleri.
Cuciture, strappi, macchie e la stessa tessitura irregolare di queste particolari tele, mi rimandano alla "santa vecchiezza" di Venezia e si trasformano, nei miei lavori, in orizzonti, intonaci scrostati, muri storti, ombre di prospettive...
La tinta bruna della tela affiora tra i colori volutamente stesi in velature più tenui. La grezza tela contrapposta alla lucentezza della foglia d'oro e d'argento ed i colori ad olio trovano corrispondenza nei nudi mattoni affiancati ai ricchi marmorini, alla pietra d’Istria e alle preziose decorazioni scultoree che adornano e rendono mistica questa città.
Protagonista ed artefice di tutto è la luce che si specchia nell'acqua della laguna, come la mia (nostra) anima si riflette in questo mondo traendone gioia ed ispirazione."
Elisabetta Zanutto nasce a Venezia nel 1976. Nel 1996 si iscrive all’Accademia Aldo Galli di Como dove frequenta i corsi di specializzazione in tecniche artistiche e restauro di dipinti su tela e tavola con due anni di frequenza nei laboratori e nei cantieri di restauro di affreschi e stucchi. Studia chimica del restauro per quattro anni con esperienze di analisi e interpretazione dei campioni. Frequenta i corsi di tecniche di incisione, ceramica e tecniche di cottura con forno e infine fotografia e sviluppo in camera oscura.
Nel 2001 si diploma in pittura e restauro pittorico presso l’Accademia di Como con una tesi intitolata Terra visioni e lacerazioni, dove approfondisce l’opera del ceramista Leoncillo Leonardi. Presenta anche una sua opera pittorica, un trittico temporale (passato—presente—futuro), dipinto su frammenti di tela (recuperata dalle pareti durante il restauro del suo studio) inglobata in pannelli di resina. È il suo primo lavoro astratto.
Nel 2002 apre una ditta individuale di restauro, dove opera per due anni su dipinti di tutte le epoche utilizzando nuove metodologie unite all’esperienza tramandata dal padre, a sua volta figlio di una famiglia di restauratori e pittori. Frequenta, sotto la giuda di Alberto Finozzi, dei corsi sul risarcimento del supporto pittorico nel quale utilizza un particolare tavolo a bassa pressione oltre ad adesivi e consolidanti più idonei alla conservazione dell’opera in relazione all’epoca e allo stato conservativo; un corso su nuovi metodi di pulitura dei dipinti con Paolo Cremonesi; prelievi e analisi chimiche con Stefano Volpin. In questo periodo dipinge opere astratte, collage con carta e tela.